“Smile” Il 33 giri dei Beach Boys che mai uscirà

E’ il disco che non venne mai pubblicato. Ma bisognerebbe trovare una nuova definizione per “Smile”, il misterioso disco dei Beach Boys attorno al quale sono nate leggende e avvistamenti in bootleg inaffidabili, una sorta di santo Graal del quale si sono perse le tracce, ma sulla cui esistenza tutti sono pronti a giurare.
Le registrazioni iniziate nel 1966, non vennero mai portate a termine dalla band californiana: da allora sono emersi dagli archivi soltanto tracce su nastro che ne hanno fatto oggetto di libri e infinite discussioni nei forum su internet.
Sarebbe potuto essere il momento della rivincita degli eterni secondi del rock.
I migliori 100 album della storia, i 50 dischi che non possono mancare nella vostra collezione... i Beatles hanno battuto sempre tutti, ed il ruolo di eterni secondi andava di diritto sempre a loro, ai Beach Boys.
Ancora nel 2004 la bibbia del pop-rock Rolling Stone, diceva la sua sui 500 migliori dischi di sempre.
Al primo posto, l’immancabile “Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band”, pietra miliare del rock; al secondo, come decine di altre volte, “Pet Sounds” dei Beach Boys.

“Smile” se mai fosse uscito avrebbe potuto rivoluzionare la storia e le classifiche del rock.
Si disse che il disco di Beach Boys  “Pet Sounds” era la risposta a “Rubber Soul” dei Fab Four i quali, a loro volta, avevano rilanciato con il disco “Revolver”.

Una vera sfida tra Inghilterra (Beatles) ed America (Beach Boys) nonostante il fair play che ha portato sempre McCartney a dichiarare “Pet Sounds” il suo disco preferito e Brian Wilson a lodare “Sgt. Pepper's”.
A questo punto, dalla band californiana ci si aspettava il capolavoro. E Wilson si mise a lavorarci sopra.

Come antipasto usci “Good Vibrations” che arrivo al numero Uno sia in Usa che in Inghilterra.
Quindi annunciò che “Smile” sarebbe stata addirittura una “sinfonia adolescenziale per Dio”. 
Le premesse per un disco stellare c'erano tutte.

Mentre il resto della band era in tour - lui aveva lasciato il palco nel 1964 dopo un esaurimento nervoso e si dedicava ai lavori dietro le quinte - si chiuse in studio.

Per i testi chiamo Van Dyke Parks: dal disimpegno surf-sole-spiaggia si passò a liriche più impegnate, ispirate a una sorta di epopea americana.
Per la musica Wilson liberò la mente alla sperimentazione.

Negli studi aveva adirittura creato una specie di arena di sabbia che avrebbe dovuto ricreare le sensazioni di una spiaggia e aveva piazzato una tenda dove si chiudeva a fumare marijuana e prendere Lsd: “Mi sembrava un'idea creativa. Mi faceva entrare piu in profondità nella musica, ma mi spaventava”.

Fra le idee partorite, quella di registrare una canzone ai bordi di una piscina vuota e di utilizzare il rumore delle mascelle di Paul McCartney - di passaggio per un saluto - che sgranocchiava una carota.

La casa discografica, la Capitol, aveva già stampato 500 mila copertine per “Smile”, ma qualcosa non andò nella casella giusta.
Gli altri membri della band - il cugino cantante Mike Love su tutti - non capirono la novità e boicottarono non solo commercialmente il disco.

A queste liti continue si aggiunsero quelle con la Capitol stessa. II progetto naufragò e l'anno dopo usci “Smiley Smile”, frutto di mille compromessi e segno di resa allo strapotere dei Beatles che poche settimane prima avevano immesso sul mercato lo stratosferico “Sgt. Pepper's”.

Il ‘disco mai pubblicato’ insomma prometteva bene.
Un grande maestro come Leonard Bernstein ne aveva ascoltato una parte che aveva definito “poetica, magnifica, persino nella sua oscurità”.
Poi, intorno al 2002, dopo decenni di stand-by dovuti in gran parte a problemi fisici, Wilson aveva trovato le forze per risolvere questa partita con la storia, almeno la sua personale, e quella del rock.

Aveva richiamato Parkes e si era rituffato su quelle composizioni spezzettate. C’era grande attesa tra i fan, anche se qualcuno storceva il naso: “La grandezza di quel disco – si diceva tra i fans - era anche nel suo mistero, Wilson non era più al suo picco creativo, e la sua estensione vocale, una volta meravigliosa, non era più quella di una volta, durante il suo tour del 2000, aveva addirittura dovuto lasciare molte note alte a un cantante più giovane sul palco”.

Ma forse l’occasione migliore per consentire all'album di restare incompiuto è proprio questa: “Smile”, se fosse mai stato registrato, sarebbe stato un momento di svolta musicale, non solo perché era così nuovo, ma perché i Beach Boys, tra tutte le band, si stavano rimettendo in gioco.
Oggi, i Beach Boys sono la storia; i fratelli di Brian, Carl e Dennis, sono entrambi scomparsi, Mike Love e Brian è stato allontanato da anni.

Ma questi sono i Beach Boys, tutti (o quasi tutti) di loro, armonizzavano come angeli sul brano chiamato giustamente "Our prayer”.
Nessuna band di musicisti, anche di talento, si avvicinerà mai a catturare la magia che questi ragazzi di periferia di Los Angeles riuscivano a realizzare in studio durante quei mesi.

Per tornare a questa oramai mitica raccolta di canzoni è come “indorare il più selvaggio e raro giglio della musica pop”.
Smile è morto, lunga vita a Smile !!!
(by Jeff Turrentine, Slate, 2004 traduz. e adattamento dell’autore. Anno 2010)







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