Le due radio di Gioia Tauro

La storia è lunga, molto lunga e affascinante.
Parte ufficialmente il 20 Gennaio 1977 in via XXV Luglio a Gioia Tauro, IV piano, ma l'idea viene sviluppata qualche mese prima da me e da Antonio Zara, tra una lezione e l'altra del corso di laurea in Urbanistica a Reggio Calabria.  
Si lavora durante tutto il periodo natalizio del 1976 a preparare con i portauova (che fungevano da primitiva camera anecoica) la sala regia e la sala trasmissione.
Il mixer era a batterie (!!!) a tre canali, e quando si scaricavano le batterie si fermava tutto.
Completavano l'impianto-base due registratori a cassette con cui mandare in onda essenzialmente le pubblicità, due piatti Lenco B52 acquistati dalla ditta Ferraro (vico Furnari) a Reggio Calabria. L'antenna (più che artigianale, due tubi di alluminio messi insieme) era costruita da un tecnico di Mileto, di cui mi sfugge il nome. 
I primi a formare la radio, oltre me stesso, Antonio Zara, Ippolito Scappatura, Totò Castellano, Nunzio Porcelli, Pino Mangione, Antonio Romano (che non c'è più…), Don Pasquale Sergi, Pasquale Murano e pochi altri che mi verranno in mente.
Il primo programma – nello sfarzo delle dediche delle altre poche radio presenti – era Sound 77, una rassegna rock dirompente per l'epoca presentata da me, da Pasquale e, nel primissimo periodo da Pino Mangione, oggi topografo di fama nazionale. 
Già compravo per fatti miei 33 giri di musica rock e cantautori italiani, e quindi non avevo problemi a diffondere Genesis, Eagles, Pink Floyd, Premiata Forneria Marconi etc…

Quella che vedete qui è la prima scaletta del programma di musica seria "Sound 77"...

guardate la data… la prima trasmissione in assoluto diffusa nell'etere da Radio Golfo.
Mamma mia che pezzi che mandavamo in onda già nel primo giorno di programmazione…
Altri soci della s.r.l. che gestiva Radio Golfo: Antonio Mollica (ferramenta via Lomoro), il compianto Carlo Fascì, Michele Gambardella (agente di commercio nonchè attore teatrale) il prof. Zara, Mr. SIAE ovvero Anselmo Giusti, il geom. Fanciulli (il papà di Fabio), uno Scaramozzino di cui mi sfugge il nome, ed altri ancora.
Noi, che eravamo studenti appena diciottenni, ci pagavamo la quota di ammissione in natura, portando in dote i nostri 33 giri, che facevano così parte del patrimonio comune. Infatti, tanta roba (che poi ho ricomprato negli anni) proveniva dalla mia discografia personale e in parte da quella di Pasquale Murano (fratello di Peppe basket) per il rock sudista americano. 
In seguito perfezionammo una convenzione con la nota rivendita dischi Berimbau Sound di Reggio Calabria (quando stava in via D.Tripepi). Considerata l'assenza di radio "vere", che in quell'epoca erano votate interamente alle "dediche"spaccavamo l'etere.
Facevamo paura a colossi radiofonici come Antenna dello Stretto e Radio Luna di Messina, oltre alle radio di Reggio Calabria, Radio RC International e Radio Touring su tutte.
Tanto, l'etere era libero e si arrivava davvero dappertutto. 
Poi, con qualche quattrino inaugurammo il famoso "ripetitore" a Monte Poro. Ed allora il segnale riusciva ad arrivare nella provincia di Vibo Valentia e dintorni.
Altri amici speaker che mi vengono in mente: Gaetano Vaccari (appartenente da tempo all'Arma), Gianfranco Piria, Rocky Catalano (noto otorino), Salvino Altomonte, Mimmo Barbaro. 
Tutti questi nomi, compresi quelli della prima parte, formavano l'ossatura della radio.
Dagli esordi dilettanteschi all'acquisizione di una certa dimestichezza e professionalità non erano passati tanti anni. Ne sarebbero bastati un paio. Arriviamo dritti alle porte degli anni 80. La radio si trasferì in via Ammendolara (dietro la stazione) con un banco mixer "serio" e con un Akai a quattro piste (un mostro per l'epoca) che ci serviva per le trasmissioni in notturna. 
Era il periodo di mio fratello Edoardo e di Ippolito Scappatura in coppia, anticipatori inconsapevoli di tanta comicità che sarebbe arrivata da gente come Panariello etc. es: la tromba da portare allo stadio che invece di suonare dice "cornuto" all'arbitro, le radiocronache lette da Ippolito sbagliando le parole restano nella storia. Eh, si, perchè Edoardo aveva l'abitudine di scrivere i testi in corsivo e piazzarli poi sotto il microfono di Ippolito un secondo prima del via... 

Però doveva arrivare qualcosa in più, una seconda fase.
E la seconda fase fu la chiusura dell'esperienza di Radio Golfo, sicchè si intraprese una strada diversa.
Una parte del management restò in via Ammendolara, ed un'altra tornò in via XX Luglio 53 con un'altro nome: 
AMICA RADIO.
Stringemmo accordi nazionali con un network guidato da Pier Maria Bologna (Supersonic) che si chiamava Tirradio e che ci dava l'occasione di inviare nell'etere voci nuove. Una di queste era Fabrizio Frizzi che esordiva proprio allora, anche con noi, nel mondo dello spettacolo. 
Poi creammo un network regionale con Radio RC International di Reggio a cui partecipavamo io per un programma sul Rhythm and blues in dodici puntate (che ancora conservo su CD !) e Gianfranco Piria per un programma leggero. 
Una sferzata commerciale la diede l'amico Nino Irrera che prese le redini del settore pubblicitario e dell'animazione in genere attirando migliaia di ascoltatori da ogni parte della piana con quiz ricchi di premi. Gli ascoltatori telefonavano per vincere i premi da Limbadi, da Vibo, addirittura da paesi intorno Messina ! Questa seconda vita radiofonica durò due / tre anni, anche se a noi sembravano infiniti. 
Come ben dice Nino Irrera, eravamo radiofonicamente avanti di almeno venti anni rispetto alle canzoni melodiche e alle dediche che passavano 24 ore su 24 ancora negli anni '80.

Io mi occupavo di palinsesti e di direzione artistica (in particolare ad Amica Radio, poi vi dirò). C'era un amico di infanzia che si dilettava ad andare la domenica con Totò Castellano al Cesare Giordano (storico campo sportivo di Gioia Tauro) a commentare le partite della Gioiese in diretta. 
Ovviamente non esistevano i cellulari e bisognava passare un doppino lunghissimo per comunicare in studio con un normale telefono. Questo amico aveva il fuoco dentro e qualsiasi argomento di carattere sportivo ( e non solo) lo commentava in maniera entusiastica, tanto che altri commentatori (come Rino Tebala) di radio più importanti della nostra (RC International di Reggio) si interessavano a lui. 
Ma egli già smaniava per entrare in una "vera" redazione. Dopo qualche tempo andò infatti in una piccola redazione di Bolzano e poi a Reggio Calabria ad OggiSud (ed io con lui come fotoreporter...) e adesso – dopo un "piccolo" aiuto dai suoi amici di sempre, ovvero io e mio fratello Edoardo –  lo leggiamo da anni sul Corriere della Sera. Il suo nome è Francesco Verderami…

… e il gentil sesso alla radio? Beh, dovete considerare i tempi, parliamo della fine degli anni '70 e già un ambiente promiscuo poteva essere interpretato in modo strano. Ma per noi non era così. Il nostro era un gruppo di amici compatto, che riusciva a divertirsi anche al di fuori dell'ambiente radiofonico, andando insieme alle feste, in pizzeria etc. 
Comunque sia, mi viene in mente sicuramente il ruolo di speaker di Lia DeRose, da anni in Puglia, quello di Franca Fascì che conduceva una trasmissione di musica leggera, quello di Marcella Della Rocca e poi quello collaterale di tante ragazze che poi si sono fidanzate con parecchi di noi. Sicuramente ci siamo divertiti, avendo presente una forte motivazione di base: stare insieme e crescere insieme con la musica !
Oggi sarebbe pura utopia.

Ho trovato una vecchia agenda del 1980 che era anche il diario giornaliero di Radio Golfo, quando stava  in via Ammedolara  1

Questa era la giornata del 9 luglio 1980


6:30  –   9:00 Fabio Verderami (fratello di Francesco)
9:00  –  11:00 Edoardo Romeo
11:00 – 12:00 Gianfranco Piria
12:00 – 13:30 Pasquale Murano
13:30 – 14:30 non stop (con registratore a bobine Akai)
14:30 – 16:00 Piero Jannello
16:00 – 17:00 Pino Romeo
17:00 – 18:00 Salvino Altomonte
18:00 – 19:00 Edoardo Romeo
19:00 – 20:00 Lorenzo Arcidiaco
Altri "subentrati" (che manco io ricordavo più…) Michele Gabriele (adesso architetto), Giancarlo Jannello (arbitro), Demetrio Crea, Piero Falduto, Maurizio Arlacchi, Demetrio Cappellaccio, Melania Scarcella, Dominique Strangi.
Una doverosa citazione alle "segretarie" della radio che dovevano sobbarcarsi il ruolo pesante di confidenti dei nostri "problemi", oltre a rispondere alle telefonate e a fare da filtro. Ricordo due nomi in particolare: Eleonora Gullì e Giovanna Porcelli
Uno degli elementi di rottura tra la prima gestione della radio (Radio Golfo) e nuove situazioni che si sarebbero create da lì a poco, era  dettato da una fase di "stanca", per cui da una parte c'eravamo noi giovani, tutti sui vent'anni e dall'altra la gestione patrimoniale che, per ovvie ragioni, era affidata ai soci che già lavoravano (Fanciulli, Giusti, Mollica etc..) 
A scombinare i piani ci pensò ancora Nino Irrera, un messinese-francese tosto con la passionaccia per il jazz, che già aveva avuto esperienze nel mondo del lavoro e dello spettacolo. Egli, come ho già scritto prese in mano le redini del mondo della pubblicità, attirando buoni introiti e partecipando attivamente alle trasmissioni, creando in breve un link energetico con tutto lo staff.
Qualcuno tra i soci "adulti" si ingelosì però di questa nuova situazione, creando mille situazioni di contrasto. In breve, non fu più possibile continuare, anche perchè l'epoca "romantica" della passione tout court aveva nel frattempo lasciato il posto ad esigenze "economiche", per cui montavano anche scioperi ed astensioni dal lavoro di continuo, sia degli speaker che dei direttori di fascia, ovvero Edoardo Romeo, Gianfranco Piria e Salvino Altomonte.
Mettici pure che Edoardo ed Ippolito, ovvero l'anima comico-surreale della radio avevano allentato le proprie presenze  per passare alla nascente Telecalabria 1 e quindi i giochi erano quasi fatti. Amen. 
Il 16 Dicembre 1980 la s.r.l. che gestiva Radio Golfo veniva messa in liquidazione e finiva così il sogno e l'ingenuità degli esordi. 
AMICA RADIO
Tornati nella vecchia sede di via XX Luglio (pal. Zara), al pianterreno stavolta, le idee diventavano molto chiare sul da farsi, avendo fatto tesoro dei tre anni precedenti.
Arrivarono i lettori CD e le dotazioni tecniche fecero un grande balzo in avanti, consentendoci di competere alla pari con network nazionali (!!!).
Avevo aperto collaborazioni dirette con le case discografiche (RCA, Sony etc…) e quindi il materiale discografico arrivava alla grande e…gratis.
Ancora conservo la tessera di direttore artistico (per quel che può valere…) e qualche scaletta dell'epoca. 
Gioia Tauro però ci andava stretta e decidemmo con Antonio Zara, di aprire una seconda sede nella tana del nemico: Reggio Calabria. Nino Irrera insieme ad alcuni irriducibili, tra cui Pasquale Murano ed il grande Carmelo Carpentieri (che mandava meraviglie musicali in notturna) gestiva la sede di Gioia Tauro, lo staff, i collegamenti ANSA e AGI in esclusiva etc…
Antonio Zara ed io, studiando Urbanistica proprio a Reggio, non avevamo problemi a seguire quella sede. Da lì era ancora più entusiasmante: collaborazioni con corrispondenti da Londra (!!!), dischi addirittura in anteprima, forse troppo… rischiammo di buttare fuori da Sanremo addirittura Alan Sorrenti per aver proposto prima del Festival un minuto del suo nuovo lavoro. 
Crescita della radio esponenziale ed anche nostra ovviamente. Poi, improvvisamente – siamo quasi alla fine degli anni '80 –  arrivò qualcosa di imprevisto: le frequenze non erano più libere, ma andava pagata una tassa di concessione governativa, ricordo per l'epoca fin troppo onerosa. Vendemmo una frequenza all'amico Ciccio Massara (Radio Studio 54) di Locri e decretammo la fine del secondo sogno.
Ma, a distanza di tanti anni, vi garantisco che il sogno non muore e resta intatto.
Grazie per la collaborazione a Voi che avete letto fin qui, ed un pensiero affettuoso a tutti i miei amici di mixer che sono dispersi per l'Italia o che continuano a far radio nel cielo…

Commenti

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  2. Leggendo l'articolo non posso che pensare che a scriverlo sia stato il caro amico Pino Romeo guidatore del gilera 150 colore rosso. Mi chiedo e gli domando come fa a dimenticare che a far Partire la gloriosa radio golfo, al piano superiore del palazzo Zara eravamo soltanto in tre: Antonio Zara, io, Anselmo Leonardis e Don Pasquale Sergi. Io ero ancora minorenne e per me sottoscrisse la mia quota mia madre per la s.r.l. radio golfo e si aggiunsero il compianto Carlo Fascì, Totò Castellano, e altri ancora che leggerò dalla copia del registro dei soci che ancora conservo. Io trasmettevo dalle ore 13.00 alle ore 14.oo, (a volte con la collaborazione di Angela Uslenghi nostra dirimpettaia), di ogni giorno il programma a dediche e ricevevo in "diretta" quotidiane richieste tra le quali ricordo come adesso quelle del "grande Vigile Urbano Riccio", ed altri ancora.
    G.V.

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  3. Un sentito ringraziamento per la precisazione doverosa e mi scuso per la dimenticanza.... ma eravamo davvero tanti

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    1. Ricordo Radio Golfo per le gare dei viola della Gioiese. Sono Francesco Caruso e con Saverio Critelli lavoravamo a Radio Piana Lametina di Lamezia Terme (poi cambiò nome in Studio G Calabria). Ricordo con piacere il grande Totò Castellano (se non ricordo male fu anche assessore comunale allo Sport), del quale ho perso le tracce, e di Francesco Verderami, voce squillante ed abile, se non ricordo male, radiocronista.

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    2. Grazie per il tuo intervento Francesco. Totò Castellano è tuttora molto attivo nel campo del sociale e Francesco Verderami, come immagino saprai, ha seguito quella vocazione diventando una delle firme di punta del Corriere della Sera. A presto...

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